Idrogeno, rinnovabili e PNRR: Taranto lavora ai progetti per un futuro sostenibile
Intervista a ROBERTO PALASCIANO
Presidente Confapi Taranto
La città di Taranto, per anni è stata raccontata come un centro di produzione industriale, di cui spesso i media hanno dato un’immagine negativa, relegata solo ai problemi ambientali collegati all’ex-Ilva, ma ora con i fondi del PNRR e nuovi progetti legati al turismo sostenibile ed alla transizione energetica, stanno rovesciando quell’immagine.
Infatti, recenti accordi con compagnie crocieristiche, hanno inserito Taranto tra le nuove mete turistiche da visitare. Ne abbiamo parlato con Roberto Palasciano di Confapi Taranto.
La cronaca ci ha raccontato le criticità ambientali della città di Taranto. È possibile ripensarne il futuro mettendo al centro un insieme di progettualità legate alla sostenibilità ambientale?
Taranto è e sarà crocevia della nuova politica di sostenibilità che l’emergenza climatica prima, e l’Europa poi, ci chiedono come sforzo a favore della salvaguardia della terra e delle prossime generazioni.
Sviluppare un nuovo modello economico per il futuro, in un angolo di Italia che da sempre è stato caratterizzato dalla più grande industria dell’acciaio del continente, rappresenta il superamento di un modo di pensare, di vivere, di una consuetudine che per certi versi ha appiattito l’economia locale, ma dall’altro costituisce bagaglio storico, know-how utile ad affrontare al meglio le sfide dell’innovazione.
Le nuove tecnologie hanno permesso di trasformare rifiuti, scarti industriali in risorse che sono il concetto-base dell’economia circolare. Ci sono progetti industriali che sposano questa nuova chiave?
Attuare modelli di economia circolare, addirittura su scala industriale, comporta una transizione complessa, con elevati rischi sia occupazionali sia produttivi: credo sia necessaria innanzitutto una condivisione di tutte le parti sociali sul tema, senza ostacoli o preconcetti di sorta; a mio avviso è un passaggio obbligato come la storia già ci ha insegnato. I progetti in questo ambito ci sono e sono già tanti, alcuni attuati in ambito, ad esempio, del recupero di pneumatici per ricavarne materia prima seconda, passando alla produzione di biometano e compost da FORSU, alla produzione di energia rinnovabile da fotovoltaico, biomasse ed eolico offshore (il primo impianto in Italia sorto proprio qui a Taranto…Near shore per essere più precisi) sino ai biocarburanti. Capitolo a parte meritano la produzione e stoccaggio di idrogeno verde: qui credo che, proprio per il know how presente sul territorio di cui facevo cenno in precedenza, le aziende del tarantino sapranno stupire.
Taranto, città di mare, porto turistico e di rinnovato interesse crocieristico. Quanto è importante l’innovazione per rilanciare la blue economy del territorio?
Uno dei principali benefici dell’innovazione è il suo contributo alla crescita economica. Semplificando, l’innovazione può favorire una più elevata produttività e dunque maggiore prodotto a parità di fattori impiegati: dal turismo, alla produzione di beni e servizi, passando per la produzione e l’impiego dell’energia sino alla comunicazione ed alla logistica, l’economia del mare per una città come Taranto con l’attuazione della ZES, diventa il fulcro del rilancio economico. Ad oggi nessuna attività economica può far a meno di innovare, di guardare con particolare attenzione alla formazione in un mercato competitivo oramai su scala globale.
L’energia ricavata dal sole o la più futuristica energia prodotta dalle onde del mare. Ci sono progetti che stanno sviluppando la produzione energetica da fonti rinnovabili?
La Puglia è la prima regione italiana in termini di produzione da fonti rinnovabili come da ultimo report GSE. Taranto riveste un ruolo di assoluto rilievo, sia in termini di impianti presenti che in fase di sviluppo: qui al già citato idrogeno verde, allo sviluppo di tecnologie per i biocarburanti, come Confapi Taranto stiamo lavorando, da circa due anni, alla costituzione di una supply chain locale a supporto del comparto dell’eolico offshore.
Parliamo di un progetto importante, che abbraccia la old economy ed anche il rilancio economico del siderurgico e su cui, almeno per ora, non possiamo fornire ulteriori, ma che contiamo presto di presentare alla stampa. Quali opportunità arriveranno dai fondi messi a disposizione dal PNRR che Taranto potrà sfruttare per la transizione ecologica e per sviluppare il tessuto produttivo?
Il PNRR mette a disposizione importanti somme in diversi ambiti: dai servizi digitali, alla riqualificazione edilizia, ai progetti per i giochi del Mediterraneo, passando per la transizione energetica e l’infrastrutturazione del porto: temi di rilievo che avranno ulteriore, importante sponda con i fondi del lust Transition Fund e che dovranno avere un effetto moltiplicatore per l’economia del territorio. Uno dei progetti candidato dal Comune di Taranto al primo bando Porr dal titolo “Ecosistemi dell’innovazione” è il campus interuniversitario per la ricerca applicata sullo sviluppo alternativo: blue economy, green economy, biotecnologie ed aerospazio. Il “Blu Campus”, che sorgerà in un’area attigua al Mar Piccolo, vede in campo una compagine formata da Comune di Taranto, Politecnico di Bari, Università del Salento, Cnr. Irsa Taranto ha superato la prima fase della selezione per il finanziamento. L’obiettivo del progetto è di realizzare una infrastruttura per il trasferimento tecnologico, l’alta formazione e l’incubazione di impresa, un Innovation Hub per la Blue Economy con la finalità di supportare lo sviluppo sostenibile del mare.